Sedi

Il Dipartimento si articola in più sedi, tutte situate nel centro storico della città di Napoli che è patrimonio UNESCO. Qui si studia e si lavora in un ambiente collaborativo, creativo e tecnologicamente infrastrutturato grazie al supporto delle risorse logistiche e culturali (biblioteche, laboratori e spazi studio), in continuo dialogo con l’architettura della città.

Palazzo Gravina

Via Monteoliveto, 3 – 80134 Napoli
La sede storica del Dipartimento ospita la Biblioteca di Area Architettura, la Biblioteca “Roberto Pane”, il Centro sull’Iconografia della Città Europea, aule e uffici dell’Area Didattica della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base.
L’edificio fu commissionato da Ferdinando Orsini (1513-49) su progetto di Gabriele d’Agnolo. Era formato da tre blocchi edilizi articolati intorno a una corte rettangolare, e sul quarto lato un corpo basso contiguo alle aree verdi del monastero di Santa Chiara. Fu Mario Gioffredo a completare il quarto lato nel 1762. Alla fine del Settecento iniziò per l’edificio una fase di degrado: danneggiato durante i moti rivoluzionari del 1848 e infine acquistato dal Governo napoletano, dal 1856 dopo importanti restauri ospitò vari uffici pubblici, fra cui quelli le Poste e il Ministero delle Finanze. Vero palinsesto di stagioni architettoniche e culture del restauro diverse, palazzo Gravina presenta oggi un’integrità tutta apparente, risultato di molteplici trasformazioni fino al 1936, quando divenne sede della Facoltà di Architettura e subì l’ultimo intervento generale di restauro.
piano terra                               piano ammezzato                               primo piano
secondo piano                        terzo piano                             
 

Complesso dello Spirito Santo

Via Toledo, 402 – 80134 Napoli
Il complesso ospita la maggior parte degli spazi del Dipartimento: aule per la didattica e la ricerca, studi di docenti e ricercatori, la Segreteria Studenti, la Biblioteca “Marcello Canino”, il Centro Interdipartimentale L.U.P.T., il Centro “Alberto Calza Bini” e il Centro Interdipartimentale di ricerca per i Beni Architettonici e ambientali e per la Progettazione Urbana (BAP).
Sul sito insistevano in origine tre corpi di fabbrica realizzati dalla Confraternita dello Spirito Santo: la chiesa, iniziata nel 1564; il Conservatorio, probabilmente strutturato in due edifici con cortile per ospitare le fanciulle povere e le figlie delle prostitute; il Banco, nato nel 1590 come cassa di deposito, destinato a divenire uno dei maggiori istituti bancari napoletani. Il complesso subì significative trasformazioni tra il Sei e il Settecento, ma l’intervento più radicale fu condotto da Marcello Canino per il proprietario Banco di Napoli (1965-74). Il complesso fu infatti demolito e ricostruito con la stessa volumetria: il corpo di fabbrica su via Toledo fu costruito imitando l’antico e inglobando il settecentesco portale di piperno.
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piano terra                               primo piano                               secondo piano
terzo piano                               quarto piano                             quinto piano
sesto piano                              settimo piano

Palazzo Latilla

Via Tarsia, 31 – 80135 Napoli
L’edificio ospita spazi per la didattica, il MAED-Materioteca per l’Architettura e il Design, il Centro CITTAM e il Centro Urban/Eco.
Il palazzo fa parte di un complesso di tre “case palaziate” costruite da Mario Gioffredo per il consigliere Latilla a partire da un edificio preesistente (1758-61). Dei tre moduli eseguiti, che si presentano come un unico volume edilizio dotato di tre ingressi, solo il primo ospitò l’abitazione del committente, mentre gli altri furono adibiti a case d’affitto. Dal punto di vista planimetrico, l’edificio presenta la sequenza tipica dell’edilizia settecentesca partenopea, costituita da ingresso, cortile e scala aperta disposta sulla parete di fondo. La facciata risulta scandita da trabeazioni marcapiano e lesene e fa diffusamente ricorso al piperno grigio, utilizzato anche per gli archi delle botteghe, e all’intonaco rosso.
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piano terra                               primo piano                               secondo piano
terzo piano                               quarto piano                             
                        

Chiesa di Donnaregina vecchia

Vico Donnaregina, 26 – 80138 Napoli
L’edificio ospita la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio.
La chiesa fu costruita a partire dal 1293 per volere di Carlo II d’Angiò su un preesistente complesso monastico. Rappresenta un unicum dell’architettura angioina a Napoli, in quanto alla pianta a navata unica coperta da capriate, conclusa da un’abside di derivazione francese sormontata da una volta a crociera costolonata, fu aggiunto un coro sopraelevato su struttura basilicale. Nella parte superiore della chiesa e nella cappella Loffredo sopravvive un ricco ciclo di affreschi trecenteschi della scuola di Pietro Cavallini. Al Seicento risale la parziale distruzione dell’abside per ampliare l’aula, mentre intorno alla prima metà del Settecento fu realizzato un chiostrino rettangolare rivestito in marmi policromi (l’attuale ingresso) davanti all’originaria facciata. Dopo la soppressione degli ordini religiosi ai primi dell’Ottocento fu destinata a nuovi usi: prima scuola, poi alloggio per i poveri, sede della Corte d’Assise e luogo di riunione della Commissione Municipale della Conservazione dei Monumenti. Subì notevoli alterazioni e poi una fase di abbandono, fino al restauro di Gino Chierici (1928-34) che rimise in luce le strutture trecentesche, dando alla chiesa l’attuale configurazione.
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Chiesa dei SS. Demetrio e Bonifacio

Piazzetta Teodoro Monticelli – 80134 Napoli
L’edificio ospita l’Aula Magna del Dipartimento.
La chiesa fu costruita dai padri somaschi su progetto di Giovan Battista Nauclerio (1706-25) a seguito dell’acquisizione di alcuni lotti preesistenti. Presenta un impianto a croce greca sormontato da una cupola senza tamburo. L’odierna facciata, risultato dell’apertura della piazzetta Teodoro Monticelli nel 1729, è caratterizzata da un semplice portale con edicola. All’inizio dell’Ottocento, a causa della soppressione degli ordini religiosi, la chiesa fu chiusa al culto e destinata a nuovi usi: dapprima sede di una congregazione di studenti (1821), poi dell’Arciconfraternita della Visitazione (1907) e infine abbandonata a un lento degrado, la chiesa subì poi un profondo restauro terminato nel 1987.
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